Workshop di mix
Il mix è una fase importantissima nella produzione musicale. Non basta infatti regolare i livelli di ogni singolo strumento o voce presente nel progetto. Abbiamo uno spazio fisico limitato e dobbiamo riuscire a far entrare tutto nel modo migliore possibile. Non solo. Abbiamo la possibilità di creare tridimensionalità aumentando la percezione spaziale dell’ascoltatore. Possiamo creare delle luci e delle ombre per mettere in risalto dei passaggi o dei particolari strumenti. E poi, ovviamente, la voce. Mixare bene richiede molti anni di pratica e solo dopo molti mix si cominciano a vedere i primi risultati.

Ecco perché è indispensabile un’esperienza diretta con un professionista: partire subito con l’approccio corretto, concentrandosi sulle cose importanti. Per accrescere la propria conoscenza in fatto di mixing non basta leggere libri e guardare video su YouTube. E’ indispensabile osservare con i propri occhi un professionista che lavora. Se poi fosse possibile discutere su tutto quello che succede durante questa sessione di mix, sarebbe l’ideale. Ecco perché organizziamo questo workshop: un giorno intero a discutere di mix assistendo ad una vera sessione con Mauro Lamanna.
ITB o OTB?
In questo corso di un giorno intero, uno degli argomenti che tratteremo è la differenza tra hardware e software. Vedremo all’azione outboard professionali e poi gli stessi emulati con i plugins. Sfateremo qualche mito e scopriremo le differenze che ci sono. E poi capiremo come sfruttare queste differenze per ottenere il massimo.

I plugins
E’ possibile realizzare dei mix fantastici anche solo con i plugins stock in dotazione delle varie DAW in commercio? Per realizzare ottimi mix non serve spendere un occhio della testa e avere un milione di plugins – spesso inutilizzati – sul proprio PC, ma basta conoscere a fondo ciò che si sta usando. Vedremo come affrontare un mix con poche cose, ma messe al posto giusto. Filtri, eq, processori di dinamica (compressori, limiter) e poi effetti di ritardo come delay e riverberi, senza dimenticare i saturatori di segnale.

Creare tridimensionalità
Non solo effetti di ritardo come delay e riverberi. La percezione del posizionamento degli strumenti si ottiene anche col panning e con una giusta equalizzazione. Questa, infatti, ci aiuta a spingere indietro gli strumenti o porli in primo piano. Andremo quindi a capire come usarlo nel contesto in modo ottimale.
Dinamica e loudness
Non è nel mastering che si cerca il volume percepito (loudness), ma in mix. E’ bene capirlo se si vogliono ottenere mix “potenti” senza perdere troppa dinamica, conservando le vibrazioni del brano senza appiattire tutto annoiando l’ascoltatore. Nel workshop di mix vedremo come gestire questo aspetto.

Finalizzare il mix
Il mastering è una sessione a parte, ma è importante anche avere un riscontro immediato sia per se stessi che per l’eventuale cliente. Ecco che allora vedremo come chiudere un mix adeguando il volume alle varie piattaforme di streaming come YouTube o Spotify. Scopriremo come conservare il volume percepito più alto senza intaccare la sensazione di “movimento” che abbiamo creato in mix.

Durante la sessione useremo lo Steinberg Cubase Pro 14, ma i concetti sono utili a prescindere dal sequencer utilizzato e si possono applicare a qualsiasi altro software (Sonar, Live, Record, Logic, Pro Tools, Studio One, Reaper, ecc.).
L’ambiente è molto “easy” e la stanza non è molto grande, quindi ogni workshop di mix non può ospitare più di 3-4 persone contemporaneamente, il che ha l’evidente vantaggio di discutere sull’argomento in modo personalizzato. Per questioni organizzative, il workshop potrebbe anche essere individuale.
Il costo è di 120 euro. Al termine del Workshop di produzione e arrangiamento, verrà consegnato un attestato di partecipazione.
Per iscrizioni e per informazioni clicca sul pulsante qui sotto.
INVIA MESSAGGIO
Veramente bella esperienza ho svolto il corso di mixing con mauro che ci ha guidato nel missaggio e nella finalizzazione…
Pubblicato da Federico D’andrea su Lunedì 22 maggio 2017